Gestire la filiera del lusso durante la guerra in Ucraina
Nel momento stesso in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, si è verificato un drammatico effetto a catena in tutto il mondo del retail. La stragrande maggioranza dei marchi internazionali ha cessato le attività in Russia, e lo stesso è avvenuto per la maggior parte dei brand del lusso. Nonostante non abbiano una quota importante del mercato globale, entrambi i Paesi ospitano una parte significativa dei nuovi investimenti e della produzione. Di conseguenza, la mancanza di accesso a questi mercati e ai loro produttori si è fatta sentire, soprattutto nel mondo post-COVID in cui viviamo oggi. Inoltre, tutto ciò ci dimostra quanto possa essere difficile per i marchi e le aziende affrontare le conseguenze di una guerra e quanto interruzioni significative in un singolo mercato possano avere un impatto di vasta portata.
Contare le perdite
Alla luce delle circostanze che hanno portato allo scoppio della guerra, molti brand hanno temporaneamente cessato le attività nel mercato russo, in alcuni casi in modo permanente. Diversamente, infatti, i consumatori dei mercati principali si sarebbero irritati, in particolare per quei marchi con sede negli Stati Uniti.
Nonostante prima della guerra rappresentasse solo il 5% del mercato globale del lusso, il PIL e il tenore di vita della Russia erano aumentati drasticamente negli ultimi tempi. Ciò ha portato a una rapida espansione del mercato, con un interesse particolare per i marchi di lusso. La maggior parte dei brand, infatti, aveva già iniziato a investire cospicuamente nel Paese. Le perdite hanno quindi colpito duramente i marchi e segnato la fine di anni di investimenti in Russia. Inoltre, anche se la guerra dovesse finire presto, è improbabile che le aziende riprendano a operare nel Paese nel breve termine.
Gli effeti sulle catene di approvvigionamento
Le catene di produzione e di approvvigionamento, tuttavia, sono state colpite molto più duramente dei consumi. Mentre l’ecosistema del lusso si sta ancora riprendendo dalla pandemia, la guerra ha solo aggravato i problemi, rendendo la ripresa ancora più impegnativa. L’aumento dei costi energetici, logistici e di approvvigionamento sta avendo effetti di vasta portata sul settore, ben oltre i confini dell’Ucraina e della Russia.
Il conflitto ha interrotto molte rotte commerciali, soprattutto quelle cruciali per i marchi di moda di lusso, sia via terra attraverso la Russia sia attraverso il Mar Nero. Inoltre, l’Ucraina aveva oltre 2.500 fabbriche di tessuti, abbigliamento e calzature, per l’80% destinate all’esportazione. I prodotti di lusso dipendono fortemente anche dagli imballaggi in legno, in particolare quelli realizzati con legname segato di conifera proveniente dall’Ucraina e con abete rosso e pino dalla Russia, entrambi interrotti dall’inizio della guerra.
In concomitanza con l’aumento dei costi dell’energia, i prezzi delle materie prime hanno subito una forte impennata. La situazione è stata aggravata dai ritardi e dalle interruzioni delle forniture provenienti dalla regione. La catena di approvvigionamento globale è stata inoltre sottoposta a ulteriori pressioni a seguito delle sanzioni contro la Russia.
Questo, tuttavia, non significa che i marchi siano indifesi. È possibile adottare diverse misure per affrontare queste problematiche e aumentare la resilienza della catena di fornitura
Cosa possiamo fare?
Negli ultimi anni i marchi di tutto il mondo hanno ricevuto un campanello d’allarme. La situazione ci ha mostrato che le interruzioni della catena di approvvigionamento su larga scala possono verificarsi in qualsiasi momento e che siamo tristemente impreparati ad affrontarle. Di conseguenza, molte aziende hanno reagito in modo reattivo. Sebbene ciò fornisca un sollievo temporaneo, non favorisce la mitigazione del rischio a lungo termine e la sostenibilità aziendale. Pertanto, una volta gestiti i rischi immediati di un’azienda, è necessario che questa sia in grado di affrontare tali situazioni in modo più efficace in futuro.
A tal fine, un team interfunzionale accuratamente selezionato dovrebbe innanzitutto condurre un’analisi dell’impatto. Può anche essere utile collaborare con consulenti della supply chain, che possono fornire alle aziende informazioni di mercato aggiornate e approfondimenti sulla situazione attuale. Sulla base di questi risultati si dovrebbe poi sviluppare un piano di mitigazione che sia efficace. Potrebbe anche essere necessaria una revisione del portafoglio per adeguare meglio la supply chain alle richieste del mercato.
Una volta gestita la crisi nell’immediato, le aziende potrebbero pensare di attrezzarsi per gestire meglio interruzioni di questa portata e migliorare la mitigazione del rischio in futuro. A tal fine, è altamente raccomandata una soluzione analitica omnichannel ed efficace, che fornisca una visione consolidata dell’intera catena di fornitura. In questo modo, le aziende saranno in grado di valutare, monitorare e reagire in modo proattivo ai rischi e garantire che le interruzioni non abbiano conseguenze disastrose per la loro organizzazione. Inoltre, queste soluzioni forniscono visibilità end-to-end, pianificazione degli scenari, analisi what-if e rilevamento della domanda, tutti elementi che possono essere utilizzati per semplificare e, in alcuni casi, riprogettare completamente le catene di approvvigionamento.
Il risultato è una catena di approvvigionamento flessibile e resiliente, in grado di salvaguardare l’azienda da rischi e disservizi su larga scala.
In XY Retail, la nostra piattaforma retail omnichannel offre ai marchi proprio ciò di cui hanno bisogno: una visione consolidata dell’intera catena di fornitura utilizzando le più recenti tecnologie. Contattateci oggi stesso per scoprire come la nostra piattaforma può salvaguardare la vostra attività retail e aumentare la resilienza della vostra catena di approvvigionamento.